«Can migrant act?» Presenza, organizzazione, visibilità in un orizzonte precario
DOI:
https://doi.org/10.1590/1980-85852503880004702Parole chiave:
presenza/crisi delle presenza, agency, Calais, neutralizzazione, organizzazioneAbstract
L'articolo prende spunto dalla vicenda della jungle di Calais per interrogare i margini e le condizioni di un agire migrante nell'orizzonte europeo. Riferendosi al celebre articolo di Spivak “can subaltern speak”, il contributo vuole considerare il processo di neutralizzazione (giuridica e esistenziale) che investe il migrante nelle sue varie fasi e situazioni di accesso alla società di “accoglienza”, e il suo impatto sulla soggettività migrante, prima di illustrare alcune declinazioni di un agency che cerca di smarcarsi rispetto al dispositivo in essere.
Starting from Calais jungle's events, this paper investigates the margins and the conditions of a migrant agency into the European horizon. Referring to the famous Spivak's paper “Can Subaltern Speak”, this contribution means to consider the neutralization process (in a juridical and existantial pov), investing the migrant in different phases and steps in order to yield to the “host” society, and the impact that all of this has on the migrant's subjectivity. In its final part, the paper describes some examples used by an agency which tries to avoid this capture and neutralization dispositive.
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